Il 28 aprile si è celebrata la Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro.
La Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, che si svolge il 28 aprile di ogni anno, è stata istituita nel 2003 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO/BIT). La manifestazione, di respiro mondiale, ha lo scopo di focalizzare l’attenzione internazionale sull’importanza della prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro e sulla necessità di un impegno collettivo per la creazione e la promozione della cultura della sicurezza e della salute sul lavoro.
L’obiettivo di questa ricorrenza è proprio quello di sensibilizzare lavoratori, datori di lavoro e figuri responsabili della sicurezza in azienda affinché collaborino per diminuire il numero di morti e infortuni che si verificano annualmente nei luoghi di lavoro.
É chiaro che raggiungere l’obiettivo di infortuni zero in tutte le aziende, in tutto il mondo, ogni anno sia un ideale utopistico ma ciò non significa che non si possa cercare di mitigare il problema attraverso la prevenzione e la formazione
Secondo l’Inail l’Italia registra una media di due morti bianche al giorno, con 189 lavoratori deceduti dall’inizio dell’anno. Quattro in più rispetto ai 185 registrati nello stesso periodo del 2021 e 23 in più rispetto ai 166 del primo trimestre del 2020.
La situazione in Europa non è tanto più confortante. Secondo l’ultimo report dell’Eurostat, che si riferisce ai numeri del 2019, nei 27 Paesi dell’Unione Europea i casi di infortunio sul lavoro sono stati 3.1 milioni, di cui 3408 fatali: un aumento, rispetto all’anno precedente, dello 0,5 per cento degli incidenti di qualsiasi gravità e uno del 2,3 per cento di quelli mortali. In numeri assoluti, l’Italia è al secondo posto con 491 morti bianche, preceduta solo dalle 803 della Francia.
Tra i grandi Paesi, anche la Germania e la Spagna registrano cifre simili: rispettivamente, 416 e 347. Considerando invece i numeri in rapporto alla popolazione occupata, la media comunitaria è di 1.7 incidenti mortali ogni 100mila lavoratori, con la Francia che ne registra più del doppio (3.5), seguita da Bulgaria, Lussemburgo, Lituania e Romania. L’Italia è al 12° posto con 2.1 morti bianche, comunque sopra la media europea, mentre la Germania, nonostante gli alti numeri assoluti, è in realtà 25esima, con un indice dello 0.8.
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