I sistemi anticaduta sono una protezione per la vita del lavoratore in quota.
Il settore dei lavori in quota è uno tra i più esposti a situazioni di rischio gravi, che spesso possono comportare anche incidenti mortali.
La caduta dall’alto è, chiaramente, il rischio più frequente per chi lavora in quota. Eventi accidentali, come la perdita di equilibrio, possono portare a conseguenze davvero gravi se non sono state messe in atto le necessarie misure di sicurezza.
L’Unione Europea ha definito all’interno di norme tecniche quelle che sono le caratteristiche prestazionali dei sistemi volti a garantire la sicurezza degli operatori in situazioni di lavoro aventi un’altezza superiore ai 2 metri: UNI EN 795:2012 ed UNI 11578:2015, EN 353-1:2014, CEN-TS 16415:2013 e UNI 11560:2014.
Quando si lavora in quota è obbligatorio utilizzare Dispositivi di Protezione Individuale e Sistemi Anticaduta, se previsti dalle norme regionali.
Questi sistemi sono di fatto un insieme di ancoraggi posti in quota al quale si deve agganciare chiunque acceda alla copertura.
Tipologie di Sistemi Anticaduta
I Sistemi Anticaduta possono essere di tipo puntuale (TIPO A) o lineare (TIPO C).
Il sistema puntuale di TIPO A, è utilizzato da un solo operatore per volta ma con il vantaggio di potersi muovere a 360° rispetto al punto di fissaggio.
Può essere installato su superfici orizzontali, verticali e inclinate. Gli elementi di ancoraggio possono essere utilizzati per lavori di trattenuta, posizionamento sul lavoro o in arresto caduta e servono anche per evitate l’effetto pendolo in caso di caduta.
Il sistema lineare di TIPO C comprende una fune orizzontale metallica tesa tra due o più pali.
I pali possono essere deformabili o indeformabili.
Nel caso di installazione di pali indeformabili (LVC) deve essere obbligatoriamente inserito un dissipatore di energia in corrispondenza del palo con lo scopo di assorbire l’energia per deformazione in caso di caduta dell’operatore.
Nel caso invece di utilizzo di pali terminali deformabili (LVE), saranno questi ultimi a essere soggetti a deformazione e successiva sostituzione in caso di caduta.
Per quanto riguarda la distanza tra i pali sia deformabili che indeformabili: due ancoraggi collocati in successione possono avere una distanza compresa tra i 5 e i 15 metri per un massimo di 60 metri totali.
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