Il settore dei lavori in quota è uno tra i più rischiosi e spesso può essere anche luogo di incidenti mortali.
La definizione di lavori in quota comprende tutte le attività lavorative che, rispetto a un piano stabile, portano il lavoratore a operare a più di 2 metri di altezza. In assenza di misure di prevenzione e protezione è sufficiente un attimo di distrazione, una perdita di equilibrio, un malessere o un piede che scivola per provocare una caduta che può avere conseguenze gravissime.
Ma quali sono i principali rischi nello svolgere lavori in quota?
Lavorare ad un’altezza minima di 2 metri o a quote ben più alte è fonte di pericoli specifici per la salute dei lavoratori, i principali sono:
-la perdita di equilibrio con conseguente caduta dall’alto;
-l’effetto pendolo;
-la sospensione inerte del corpo;
-lesioni generiche.
La caduta dall’alto è chiaramente il rischio più frequente per chi lavora in quota. Eventi accidentali, come la perdita di equilibrio, possono portare a conseguenze davvero gravi se non sono state messe in atto le necessarie misure di sicurezza.
Tra le altre situazioni in quota potenzialmente rischiose, può accadere che il lavoratore possa essere sottoposto al cosiddetto effetto pendolo e urtare, di conseguenza, contro il suolo, una parete o un ostacolo.
Altra circostanza da non sottovalutare riguarda la sospensione inerte del corpo (o sindrome da imbraco). Si tratta di una casistica che può capitare quando un lavoratore, in seguito a una caduta, rimane appeso e senza la possibilità di muoversi. Questa è una situazione che, a causa dell’imbracatura, può portare presto alla perdita di coscienza e, in mancanza di intervento in tempi brevi, anche alla morte.
Inoltre, il lavoratore impegnato in alta quota può imbattersi in lesioni generiche, quali ad esempio: tagli, impatti, schiacciamenti, cesoiamenti; si tratta di spiacevoli situazioni causate dall’investimento di masse cadute dall’alto durante il trasporto con gru, argani, ecc.
Cosa fare per prevenire i rischi dei lavori in quota?
Nei casi in cui i lavori in quota non possano essere eseguiti in condizioni di sicurezza è necessario scegliere le attrezzature di lavoro più idonee a garantire condizioni di lavoro sicure.
Devono essere rispettati i seguenti criteri a prescindere dalla modalità specifica dell’incidente:
-priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale;
-dimensioni delle attrezzature di lavoro confacenti alla natura dei lavori da eseguire, alle sollecitazioni prevedibili e ad una circolazione priva di rischi;
-scelta del tipo più idoneo di sistema di accesso ai posti di lavoro temporanei in quota in rapporto alla frequenza di circolazione, al dislivello e alla durata dell’impiego.
Si devono inoltre individuare le misure atte a minimizzare i rischi per i lavoratori, insiti nelle attrezzature in questione, prevedendo, ove necessario, l’installazione di dispositivi di protezione contro le cadute.
Perché è importante la Formazione nei lavori in quota?
Quando si parla di lavori in quota è fondamentale curare la formazione dei lavoratori: non solo per una valutazione efficace dei rischi ma anche per essere in grado di adottare le misure di protezione necessarie.
Un elemento da tenere in dovuta considerazione è che, per le tipologie di attività che riguardano i lavori in quota, è richiesto il corretto utilizzo dei DPI di terza categoria (per i quali formazione e addestramento sono obbligatori).
Come stabilito anche all’art.115, infatti, i lavoratori in quota sono tenuti a utilizzare Dispositivi di Protezione Individuale nei casi in cui non siano state attuate misure di protezione collettiva. Si tratta, ad esempio, di:
– assorbitori di energia;
– connettori;
– dispositivi di ancoraggio;
– cordini;
– dispositivi retrattili;
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